“L’annata 2020 è stata caratterizzata da un inverno piuttosto caldo con temperature sopra la media e poche piogge, ad ogni modo sufficienti al fabbisogno faldifero. Per tale motivo, il germogliamento è iniziato con una decina di giorni d’anticipo, cosa che ha reso il rischio di gelata particolarmente rilevante. Abbiamo, quindi, messo in atto una serie di azioni per ridurre questa spiacevole possibilità come l’allettamento delle colture da sovescio in alcune zone e/o lavorazioni specifiche su suoli particolari che noi conosciamo come più suscettibili.

Giugno e luglio sono stati mesi spettacolari con temperature sopra la media, caratterizzate soprattutto da un’interessante escursione termica tra giorno e notte. A fine giugno una pioggia importante ha fornito le risorse idriche necessarie per almeno 45 giorni. Da metà luglio in poi, la pressione oidica è stata importante: abbiamo dovuto dare particolare attenzione a questa minaccia rimanendo all’erta, pronti a rispondere alla minima infezione. La nostra cura nella gestione della chioma, i trattamenti preventivi operati nei momenti opportuni, la resistenza endogena delle nostre viti sono stati tutti fattori essenziali per superare questo momento difficile senza danni.

Un fine luglio e inizio agosto particolarmente caldi, con temperature sopra la media le cui conseguenze sono state attutite da scelte agronomiche come defogliazioni ridotte e da trattamenti a base di caolino operati preventivamente.
La seconda e terza decade di agosto hanno portato il vero caldo, con temperature tuttavia non superiori ai 36°C; le piante in perfetta forma sono state in grado di affrontare al meglio l’invaiatura. Una pioggia a fine agosto ha favorito una maturazione graduale ed omogenea.
La vendemmia, iniziata il 6 settembre, è stata svolta con temperature quasi estive; l’uva raccolta era in ottima salute, concentrata e nei parametri.

E’ stata un’annata che se sotto alcuni punti di vista mi ha ricordato la 2015, in realtà si è rivelata diversa da tutte … come sempre accade, ogni vendemmia ha la sua storia: questa la ricorderò soprattutto per due motivi. Da un lato l’incertezza dell’inizio, con la necessità di riorganizzare le nostre attività per rispondere a un evento inaspettato più grande di noi, presi dalla voglia di continuare a far bene il nostro lavoro ma allo stesso tempo farlo in sicurezza. Dall’altro, quello che ha segnato l’annata 2020, definendone il successo o il fallimento, sono state sicuramente le scelte agronomiche fatte: ognuna è stata singolarmente fondamentale per assicurarci un risultato che in sé porta tutta la nostra capacità di prevedere ed agire per tempo mettendo in atto scelte appropriate e tempestive, strategie che seppur implicavano un margine d’errore si sono rivelate giuste, regalandoci un prodotto di cui siamo fieri e che credo, si rivelerà col tempo di grande carattere.”

Francesco Monari, agronomo e direttore tecnico di Argiano